Filosofia

La bottega durante il XV secolo era il luogo della produzione e della creatività, il luogo dove le città europee si sono immaginate e progettate, era uno spazio dove prevaleva la dimensione artigianale e del saper fare. L'architettura contemporanea deve riprendere quei valori tipici di ogni luogo e da questi deve far nascere nuovi linguaggi contemporanei che esprimono quel luogo nel nostro tempo, innovandolo ed a volte trasformandolo radicalmente.   Il luogo appunto è l'oggetto della nostra attenzione, in quanto spazio esperito, in quanto elemento di un sistema ambientale ed antropico stratificato, che oggi chiamiamo paesaggio. L'innovazione, dunque,  è un processo che nasce dal riconoscimento dei caratteri identitari di un luogo, siano essi topografici, architettonici, ambientali o antropici e che si evolve in un nuovo linguaggio contemporaneo che dialoga con esso, se necessario discostandosene. Questo processo di innovazione si fonda sull'uso delle nuove tecnologie parametriche, che stanno dando vita oggi ad un nuovo artigianato, frutto della società della conoscenza e dell'avvento del digitale. La società di oggi riprende in parte i caratteri di quella  tardo medievale, riecheggia un nuovo umanesimo, dove la diffusione dei libri stampati analogamente alla rete ed all'avvento dell'intelligenza artificiale offrono molteplici opportunità di apprendimento e di sviluppo dell'individuo e delle società locali.  Il lavoro da remoto rinvigorisce il tema della casa-bottega e del vicinato aprendo alla possibilità di nuovi spazi relazionali, più legati alla prossimità delle attività vitali. Allo stesso tempo, la virtualizzazione delle relazioni pubbliche e della politica nell'era della globalizzazione e delle rete, pone delle problematiche che stanno sovvertendo la relazione tra pubblico e privato: concetti che oggi sembrano essere sempre più sfumati e meno distinti. Si assiste dunque ad una crisi del pubblico, ma anche e sopra tutto ad una crisi del privato, assediato, nell'era dei social media, da una forma di voyerismo collettivo. Le nostre vite e coscienze vengono inglobate da un meccanismo che le rispecchia nei loro gemelli digitali rendendo l'individuo vulnerabile al controllo di un potere sempre più occulto e incontrollabile. Il potenziale cognitivo  collettivo dato dalla rete e da internet nelle sue prime fasi, mostra oggi la sua fragilità davanti a un mondo dove l'individuo viene invece privato di ogni possibilità di scelta e di pensiero, dove tutto è demandato agli algoritmi. Il 5G, l'iper-connessione digitale globale rischia di trascinare il modo dell'intelligenza artificiale verso uno in cui vige, per contro,  una forma di stupidità collettiva. Una nuova massificazione dove la conoscenza e la ricchezza non saranno più diffuse, ma concentrate nelle mani di pochi. Il 2G, invece, come primo modello digitale di connessione globale, se affiancato ai temi del vicinato e della prossimità, oltre che, a quelli della vita politica deliberativa può generare un mondo migliore ed equo, dove locale e globale si incontrano.  

L'attività professionale dello studio, dunque, interpreta i temi contemporanei della società digitale in una ricerca pratica che ridisegna i luoghi e le relazioni tra individui nello spazio. 


 Giovanni Murgia | Architetto
Studia Architettura al Politecnico di Torino ed all’Etsab di Barcellona e si laurea nel 2015 con una tesi sul Quartiere Ippodromo a Mirafiori Sud, che viene ritenuta meritevole dalla commissione e pubblicata sul sito della facoltà. Nello stesso anno comincia a lavorare a Milano, ma dal 2016 si trasferisce in Cina, a Pechino, dove collabora con alcuni studi professionali a progetti di Landscape Urbanism oltre che architetture per spazi espositivi e culturali e per l'educazione. In seguito continua a occuparsi di progettazione urbana e architettonica collaborando per i successivi 6 anni con le principali corporates globali del settore, maturando esperienza nei settori Residenziale, Retail e Mixed Use ed healthcare.

Nel 2021, torna in Italia e intraprende la libera professione.