Istituto Tecnico, Francavilla Fontana, Italia, 2023
Partecipante

Il progetto, partendo dal riconoscimento delle figure topologiche del sito tende e ricostruirle mirando alla costruzione di un luogo. Il sito quindi si presenta già con delle logiche radicate dalla presenza di sistemi infrastrutturali, ambientali e morfologici descritti nei diagrammi a seguire, suggerendo dunque un processo di place making, che indica la creazione di un asse Nord-est/ sud-ovest, di accesso all’area e di strutturazione delle attrezzature collettive della scuola e di quelle da destinare ad attività extrascolastiche.

L’asse sarà dotato di due accessi distinti, uno più pubblico da Via Madre Teresa di Calcutta e l’altro di servizio per le attività extra- scolastiche da via Ugo Foscolo e Via Grecia. La scelta di un ottimale orientamento (a sud) delle funzioni didattiche e la presenza del sistema urbano di quartiere nell’area meridionale del sito, suggeriscono di inclinare l’asse dell’edificato racchiudendo lo spazio pubblico a sud e di orientare inoltre sul lato meridionale i due blocchi delle classi. L’asse è progettato in modo da richiamare il concetto di in–between, il quale comprende in sé valenze spaziali e sociali/relazionali. Esso è un elemento che deriva dai caratteri topologici del sito e preesistenti al progetto stesso, è un elemento spaziale che si genera per differenza e distanza tra due elementi (i volumi delle aule), e che unisce nella diversità, ovvero un elemento con funzione aggregativa spaziale e sociale.

Il concetto di in-between è un elemento centrale nella cultura contemporanea e nell’architettura in genere, ma assume una valenza ancora più rilevante nell’architettura pubblica ed in quella scolastica. L’ in-between viene introdotto da Martin Buber nel suo libro “il problema dell’uomo”, pubblicato nel 1943, dove assume una valenza sociale, deriva cioè dal riconoscimento della diversità e complementarietà dell’altro. Questo “spazio” dove le alterità si incontrano è definito appunto in-between. Ma è Martin Heidegger che attribuisce al “tra” una valenza spaziale, l’in-between è lo spazio che sta in mezzo e che unisce due cose ed elementi distinti, il filosofo tedesco riallaccia quindi il concetto di in-between alla nozione di distanza, di intervallo e di interstizio.  Questo concetto viene poi rielaborato dagli strutturalisti degli anni 60, ed in seguito da Jacques Deriddà e Jilles Deleuze, che continuano a definire lo spazio tra come elemento centrale di un testo. Il testo è infatti una sequenza di tracce e spaziature, senza ognuno di questi elementi si perderebbe il significato. 

 Anche la cultura orientale ha incorporato la sua definizione di “tra”, ovvero il Ma. Esso assume la valenza di intervallo, spazio, pausa, il ma è quindi lo spazio neutro o vuoto che esiste tra due oggetti o suoni e crea una distanza tra di loro dotandoli di senso. Il ma accentua dunque la discontinuità, nasce da un cambiamento, da un’assenza di simmetria, dalla presenza di differenza che rompe la monotonia.

In questo senso gli edifici che si affacciano sull’asse centrale sono stati resi asimmetrici e sono stati dotati di facciate differenti, in modo da accentuare le differenze. Gli accessi e la circolazione orizzontale dell’edificio sono infatti stati posizionati a nord, questa facciata è stata dunque pensata dotata di pannellature in alluminio con differenti dimensioni e angolazioni in modo da definire differenti riflessioni della luce. Le aperture trasparenti di queste facciate non sono allineate e sembrano ripetersi con un andamento casuale, in realtà scandito da un ritmo di facciata che si ripete slittato tra un piano e l’altro. La colorazione delle facciate nord è scura.

Riprendendo il concetto di ma, quindi di pausa, di armonia nell’ asimmetria, le facciate che si affacciano sull’asse centrale sono state definite da diverse tonalità e ritmi e pur mantenendo alcuni elementi in comune, come lo slittamento del pattern di facciata, contrastano tra di loro accentuando il tema dell’unione delle differenze. Il progetto si basa quindi su delle dicotomie come: urbano-rurale, pieno-vuoto, chiaro-scuro, nord e sud e sulla loro relazione attraverso un asse centrale di attrezzature collettive.