Scuola Primaria Fai Bene, Rimini, Italia, 2023
Partecipante

Il progetto della scuola FAI BENE ispira le proprie scelte programmatiche a principi spaziali che siano in grado di persuadere ad una corretta interpretazione della sfera collettiva. La crescita del bambino è infatti dipendente dall’ambiente in cui essa avviene, pertanto tale ambiente deve essere in grado di comprendere i principi che stanno alla base dello sviluppo della personalità del singolo individuo. Le teorie Pedagogiche che si sono via via sviluppate nel corso della scienza dell’educazione contemporanea hanno messo in evidenza come l’inclusività dello spazio scolastico e la sua capacità di creare una diversificata clusterizzazione della propria utenza sia alla base del successo del progetto educativo.

Nell’ambito della vita scolastica è opportuno, dunque, definire differenti momenti di apprendimento, dando spazio all’apprendimento collettivo in gruppi più o meno grandi, oppure a momenti di individualità e relazione frontale insegnante/alunno, infine momenti in cui il singolo studente possa in autonomia elaborare in base alle esperienze, la propria coscienza individuale.  Tradotto in termini spaziali ed architettonici questo principio implica il susseguirsi di spazi di differenti scale e dimensioni, più o meno adattabili alle esigenze di insegnamento, tali per cui sia possibile eseguire attività in diversi gruppi, in cui esista dunque una mediazione tra collettività e singolo. Il progetto della scuola origina dunque da questa sequenza che va dal collettivo all’individuale in una stratificazione a 5 livelli.  Il passaggio tra un livello e l’altro è sempre scandito da dispositivi di soglia: rientranze, slarghi, porticati o altri elementi simili che tendono ed evidenziare la comprensione della sfera sociale e dei suoi vari livelli.

La filosofia pedagogica del progetto si ispira alle teorie di Rudolf Steiner: egli riteneva che il bambino sviluppa la sua personalità, in base alla propria individualità, ma in larga parte basandosi sull’ambiente esterno.

Per via di quest’ultimo aspetto risulta fondamentale porre il bambino in un ambiente adeguato che non influisca negativamente sul suo sviluppo. Secondo Steiner, infatti, tanto più il bambino vive in uno spazio semplice, tanto più si sentirà sicuro e capace di mettere in relazione oggetti ed avvenimenti. Lo sviluppo del mondo interiore del bambino, dunque, non è dato dalla quantità degli stimoli, ma dalla possibilità di mettere in relazione stimoli diversi. Per questa ragione gli spazi interni sono semplici; pareti prevalentemente bianche, con l’inserto di qualche elemento in legno e di pochissimi colori, come dei semplici fogli bianchi su cui il bambino possa scrivere il suo percorso interiore.

 Bruno Munari, invece, riteneva che lo sviluppo della personalità e della creatività del bambino dipendesse da aspetti come la forma, il colore, la texture, la trasparenza od opacità. Tali elementi venivano definiti variabili visive, ritenute dei veri e propri strumenti didattici per poter sviluppare le capacità cognitive del bambino.  La centralità della comprensione geometrica attraverso l’intersezione, e la differenza come elemento di sviluppo cognitivo è, dunque, un elemento cardine delle teorie pedagogiche dello scorso secolo. Il linguaggio compositivo del nostro progetto si basa sull’articolazione di geometrie elementari come il quadrato, il rettangolo ed il cerchio e sulla loro intersezione geometrica, questi elementi sono pensati come strumento che possa in qualche modo fungere da elemento pedagogico per lo sviluppo della creatività del bambino, oltre che, di una sua coscienza critica in grado di riconoscere la differenza nel tutto.

Infine, il rivestimento dell’edificio è scandito da un elemento “folding” una pannellatura in alluminio che si articola in una sequenza di elementi verticali ripiegati, con un passo a multipli di 0,6 m. Questo rivestimento riprende il concetto dell’origami e della carta, con l’intento di rappresentare le pareti dell’edificio come un libro di pagine vuote su cui il bambino possa scrivere la propria storia interiore.